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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Gastroscopia per Reflusso: quando è il caso di fare l'esame?


Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune che consiste nella risalita dei succhi gastrici dallo stomaco verso l’esofago. Basti pensare che si stima che negli Stati Uniti d'America ne soffra 1 persona su 5.


In presenza di sintomi molto fastidiosi o in caso di inefficacia della terapia farmacologica, il gastroenterologo potrebbe consigliare una gastroscopia, esame endoscopico che permette di osservare direttamente l’interno dell’esofago, dello stomaco e del duodeno.


In questo articolo vedremo quando è davvero necessario fare la gastroscopia in caso di reflusso, quali informazioni può fornire l’esame, se può avere anche un ruolo terapeutico e quali alternative diagnostiche sono oggi disponibili.


Quali sintomi di reflusso suggeriscono la necessità di fare la gastroscopia?


I disturbi più comuni che potrebbero indurre il gastroenterologo a prescrivere una gastroscopia sono:


  • Bruciore di stomaco;
  • Rigurgito acido;
  • Difficoltà o il dolore nella deglutizione;
  • Perdita di peso non intenzionale;
  • Vomito con tracce di sangue;
  • Presenza di sangue nelle feci;
  • Voce rauca persistente;
  • Tosse cronica;
  • Episodi di dolore toracico non legati a patologie o condizioni cardiache.


Che cosa si può vedere con la gastroscopia nelle persone con reflusso?


Durante la gastroscopia, il medico osserva direttamente la mucosa dell’esofago, dello stomaco e del duodeno grazie a una piccola telecamera montata su un tubo flessibile. Nei pazienti con reflusso, l’esame può mostrare:


  • Lesioni infiammatorie;
  • Ulcere;
  • Erosioni;
  • Restringimenti (stenosi) dovuti all’esposizione cronica all’acido gastrico.


Bisogna considerare che diverse condizioni gastroenterologiche potrebbero caratterizzarsi per la presenza di sintomi simili e, dunque, sovrapponibili. Pertanto, la gastroscopia, oltre a confermare la presenza del reflusso, potrebbe essere molto utile per valutare eventuali complicanze come:


  • Esofagite;
  • Esofago di Barrett;
  • Tumore esofageo;
  • Gastrite.


gastroscopia per reflusso


La gastroscopia per reflusso serve solo per la diagnosi o anche per il trattamento?


Sebbene la gastroscopia venga eseguita principalmente a scopo diagnostico, in alcuni casi può avere anche una funzione terapeutica. Oltre a consentire il prelievo di piccoli campioni di tessuto (biopsie) per escludere infezioni o alterazioni cellulari, l’endoscopio può essere utilizzato per trattare complicanze del reflusso, come restringimenti esofagei da dilatare o piccole lesioni da cauterizzare.


Uno studio pubblicato nel 2023 (“Role of Endoscopy in Gastroesophageal Reflux Disease”) ha illustrato e descritto le moderne metodiche endoscopiche utilizzate sia per la diagnosi che per il trattamento del reflusso gastroesofageo.


Sotto il profilo terapeutico, la fundoplicatio transorale senza incisione (TIF) è tra le più interessanti. Questa procedura, eseguita attraverso l’endoscopio, permette di rinforzare la valvola che separa esofago e stomaco (lo sfintere esofageo inferiore) senza incisioni chirurgiche. Secondo studi recenti, la TIF riduce i sintomi del reflusso, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.


È necessario fare biopsie durante la gastroscopia per reflusso?


Non sempre nel corso di una gastroscopia, anche se eseguita per la diagnosi del reflusso gastroesofageo, è necessario effettuare delle biopsie. L'esigenza di eseguire il prelievo di un campione di tessuto potrebbe, però, emergere direttamente nel corso dell'esame. Questo vuol dire che difficilmente il paziente potrà sapere in anticipo se durante l'esame sarà necessario effettuare anche una procedura operativa.


Quali rischi comporta la gastroscopia eseguita per il reflusso?


Così come per qualsiasi procedura endoscopica, anche la gastroscopia eseguita per il reflusso è associata ad alcuni rischi, come ad esempio:


  • Reazioni alla sedazione;
  • Infezioni;
  • Sanguinamento (in caso di biopsie);
  • Perforazione.


È importante avvertire prontamente il gastroenterologo se, nelle 24 ore successive all'esame, il paziente dovesse manifestare sintomi come:


  • Febbre;
  • Vomito con sangue;
  • Difficoltà di deglutizione;
  • Dolori al petto;
  • Sangue nelle feci;
  • Problemi respiratori.


Si tratta, comunque, di rischi piuttosto rari se consideriamo che la procedura oggi va a buon fine in circa il 98% dei casi. La conferma arriva anche dai gastroenterologi accreditati da EccellenzaMedica.it, sito di prenotazioni mediche online di cui fa parte anche Gastroscopia.it, i quali concordano nell'affermare che, grazie alla sedazione e alle innovazioni tecnologiche che consentono di svolgere l'esame anche in modalità transnasale, la gastroscopia è un esame sicuro, non doloroso e ben tollerabile dalla stragrande maggioranza dei pazienti.


Quali sono gli esami alternativi alla gastroscopia per diagnosticare il reflusso?


In alternativa o anche in aggiunta ad una gastroscopia è possibile utilizzare altri test allo scopo di pervenire ad una diagnosi di reflusso gastroesofageo. Essi sono:


  • Manometria esofagea;
  • Pasto baritato;
  • Monitoraggio del PH.


Ulteriori esami per la diagnosi del reflussoCaratteristiche
Manometria esofageaTest che misura le contrazioni muscolari dell'esofago durante la deglutizione. Può aiutare a individuare problemi all'esofago nonché a valutare la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore.
Pasto baritatoAiuta a rilevare un restringimento dell'esofago o un'ernia iatale. Il paziente dovrà ingerire una sostanza gessosa chiamata bario, la quale riveste il tratto gastrointestinale superiore. Verranno quindi eseguite una serie di radiografie per esaminare questi tessuti.
Monitoraggio del PH esofageoQuesto esame utilizza un catetere o una piccola capsula inserita nell'esofago per monitorare le variazioni del pH, le quali possono segnalare la presenza di acido gastrico.


esempio risalita acido gastrico reflusso


Domande frequenti su gastroscopia e reflusso


La gastroscopia fa male? È dolorosa per il reflusso?


La gastroscopia è una procedura endoscopica invasiva che, però, grazie alle opportunità offerte dalla tecnologia, può essere a tutti gli effetti considerata indolore. Innanzitutto, l'esame in forma tradizionale viene ormai eseguito tramite il ricorso ad una leggera sedazione, utile per tranquillizzare il paziente e consentire al medico di svolgere serenamente la procedura. In alcuni casi, non manca la possibilità di ricorrere ad una sedazione profonda.


Interessanti, in tal senso, le parole che il Dott. Luca Rodella, gastroenterologo accreditato da EccellenzaMedica.it, ha pronunciato nel corso di un'intervista pubblicata sul sito Lacolonscopia.it, portale di prenotazione online di esami endoscopici. Il Dottore si è così espresso rispetto al tema dell'ormai bassa invasività degli esami endoscopici: "Oggi, più del 90% dei pazienti chiede di eseguire le varie endoscopie in sedazione, con un grado di soddisfazione totale. La possibilità di non percepire il minimo dolore e di risvegliarsi al termine dell’esame con una piacevole sensazione di rilassatezza, è impagabile".


Negli ultimi anni, è stata inoltre sviluppata la tecnica transnasale, opzione che prevede l'inserimento del gastroscopio dal naso e non dalla bocca e che è ritenuta meno invasiva e ancora più tollerabile.


La gastroscopia per reflusso è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale?


Sì, la gastroscopia per reflusso è un esame coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. Spesso, però, i tempi di attesa potrebbero essere piuttosto lunghi. Tali tempistiche potrebbero accorciarsi solo nel caso in cui l'esame venga considerato urgente.


Qual è la differenza fra gastroscopia diagnostica e gastroscopia terapeutica nel contesto del reflusso?


Gastroscopia diagnosticaGastroscopia terapeutica
È un esame osservazionale e diagnostico.È una procedura interventistica e terapeutica.
Permette di valutare la mucosa dell’esofago, dello stomaco e del duodeno per identificare lesioni, infiammazioni o complicanze del reflusso (come esofagite o Barrett).Serve a trattare il reflusso tramite tecniche mini-invasive.
Indicata in presenza di sintomi allarmanti, risposta parziale ai PPI, o nei pazienti che debbono sottoporsi allo screening per l'esofago di Barrett.Indicata nei pazienti con reflusso cronico, scarsa risposta ai PPI, ernia iatale <3 cm o che non desiderano un intervento chirurgico tradizionale.


Fonti e bibliografia


  • Simadibrata, Daniel Martin et al. “Role of endoscopy in gastroesophageal reflux disease.” Clinical endoscopy vol. 56,6 (2023): 681-692. doi:10.5946/ce.2023.182;
  • Lacolonscopia.it.

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